Completamente nudo
(consiglio la lettura dei post precedenti)
Ormai eravamo una squadra collaudata. Maurizio e Paolo avevano capito che la mia femminilità e la mia depravazione non avevano confini. L’incontro successivo suggellò questa situazione. Quando entrai nella sala riunioni sfoggiando un nuovo completino da puttanella, non faticai ad intavolare una maliziosa chiacchierata dove gli descrissi nei dettagli la mia eccitazione nel vedere i loro cazzi schizzarmi addosso; gli raccontai di quanto mi piacevano le loro cappelle, del timore iniziale e del piacere successivo nel leccare la loro sborra. Di fronte alla loro curiosità, non ebbi esitazioni a sostenere che la mia perversione mi avrebbe spinto ad accettare qualsiasi proposta, alludendo, neanche troppo velatamente, che mi sarei fatta volentieri inculare. Così, per rafforzare queste affermazioni, pensai ad un colpo di teatro: mentre la discussione proseguiva, estrassi il dildo e cominciai maliziosamente a leccarlo; poi, sfacciatamente, dissi “vi va se nel frattempo vi faccio un pompino?”; non ebbero nessuna obiezione, anzi.
Così gli feci abbassare i pantaloni; mi inginocchiai tra loro e iniziai masturbandoli; poi presi coraggio e mi infilai in bocca uno dei due.
Era molto appagante sentire il suo membro duro in bocca; il sapore del cazzo mi piaceva da morire; succhiai e leccai la sua cappella con tutta la voluttuosità possibile. Poi passai all’altro. Ricordo che per non lasciare nessuno insoddisfatto, tenendo un cazzo in bocca, mi premurai di masturbare l’altro; l’operazione (un tema ricorrente nei film porno) richiese un certo coordinamento, forse perché ero alla prima esperienza; comunque i gemiti confermarono l’apprezzamento per il mio sforzo.
I cazzi diventarono subito molto turgidi. Dopo avergli sbocchinati per diversi minuti alzai la testa dai loro membri, estrassi il dildo più grosso e mi diressi verso il divanetto; allungai il dildo verso di loro e proposi che se mi avessero fatto godere mi sarei fatta sborrare in bocca. Mauri, evidentemente molto interessato, raccolse subito la sfida; prese il fallo e mi fece segno di chinarmi sul divanetto; ne appoggiò la punta e poi sapientemente me la fece entrare nel culo; ormai era un esperto. Nel frattempo, notai che Paolo aveva iniziato a sfilarsi i vestiti; si svestì completamente, situazione alquanto curiosa visto che, solitamente, si toglievano solo pantaloni e slip; pur essendo un po’ troppo asciutto aveva, tutto sommato, un bel fisico; oltretutto, da nudo sembrava che il suo cazzo fosse anche più lungo. Ovviamente, vista la situazione, non nascosi un certo interesse per il suo corpo.
Intanto Paolo si affiancò a M. e mi iniziò ad allargarmi le chiappe con le mani; Maurizio continuando a premere, spinse il dildo ancora per qualche centimetro facendomi sobbalzare dal dolore e dal piacere. Ormai erano proprio bravi, pensai. Lo sfilò e per qualche istante non avvertii movimenti. Mi rilassai un attimo nell’attesa di sentirlo nuovamente penetrare; come sempre c’era un momento in cui i ragazzi dovevano armeggiare per trovare il punto giusto dove appoggiare la cappella. Però, questa volta, la sensazione fu diversa: la cappella sembrò più morbida e più calda; in quel momento realizzai: girai la testa e vidi Paolo col cazzo in mano, pronto ad incularmi; un attimo dopo mi entrò dentro. Restai senza fiato.
Un cazzo vero era una cosa totalmente diversa da un dildo; era caldo, morbido; sembrava fatto per il mio culo; entrava quasi senza resistenza. Per la prima volta mi sentivo veramente penetrata, non più allargata da un fallo.
Paolo iniziò a muoversi lentamente, quasi a voler essere particolarmente delicato. Gli sussurrai che mi piaceva molto. Lui continuò. Nella stanza sembravamo solo io e lui; gli dissi di spingere più forte e lui obbedì. Lo sentivo ansimare e godere. Sentivo distintamente la sua cappella andare avanti e indietro dentro di me. Sembrava quasi toccare il fondo delle viscere, ma non dava nessun fastidio; era piacere puro.
Accelerò il ritmo; era il segnale che stava godendo e che da lì a poco, probabilmente, avrebbe sborrato. Mi chinai di più e lo incitai bisbigliando dei “dai, scopami”; mi prese per i fianchi, spinse forte alcune volte e poi mi venne nel culo.
Sentii distintamente la sua sborra riempirmi. Diede ancora qualche colpo e poi estrasse il cazzo.
Lo guardai; era tutto sudato; gli feci un sorriso. Ero soddisfattissima!! Nessun dildo, in nessuna posizione, mi aveva mai appagata così.
Come in estasi, restai chinata sul divanetto ancora qualche secondo. Lo sperma iniziò ad uscirmi dal culo; Maurizio, che era stato tutto il tempo silenzioso, mi allungò un fazzoletto di carta.
Paolo prese i vestiti e si diresse verso il bagno; Mauri si rimise i pantaloni e fece finta di risistemare i cuscini dei divanetti. Io cercai ripulirmi il culo dalla sborra che continuava copiosa ad uscire.
Poco dopo Paolo uscì dal bagno; si era già cambiato rapidamente; non aspettò: salutò un po’ imbarazzato ed uscì dall’ufficio. Qualche istante dopo, anche Maurizio lo seguì; mi indicò dove aveva lasciato le chiavi dicendomi di lasciare l’ufficio chiuso, che poi sarebbe passato lui a sistemare.
Ero rimasta sola. Ero perplessa ma felicissima. Ero in un turbine di pensieri: conciata come una vera puttana, dal mio culo appena scopato usciva ancora della sborra che colava sulle calze creando una piccola macchia. Mi era piaciuto da morire. Avevo fatto godere i miei amici; avevo bevuto la loro sborra; avevano approfittato di me. Restai così ancora qualche istante. Ero ancora molto eccitata. Per un attimo sognai di vederli ritornare per rifarlo di nuovo. Presi il dildo, me lo infilai tutto nel culo e mi feci una sega.
Ormai eravamo una squadra collaudata. Maurizio e Paolo avevano capito che la mia femminilità e la mia depravazione non avevano confini. L’incontro successivo suggellò questa situazione. Quando entrai nella sala riunioni sfoggiando un nuovo completino da puttanella, non faticai ad intavolare una maliziosa chiacchierata dove gli descrissi nei dettagli la mia eccitazione nel vedere i loro cazzi schizzarmi addosso; gli raccontai di quanto mi piacevano le loro cappelle, del timore iniziale e del piacere successivo nel leccare la loro sborra. Di fronte alla loro curiosità, non ebbi esitazioni a sostenere che la mia perversione mi avrebbe spinto ad accettare qualsiasi proposta, alludendo, neanche troppo velatamente, che mi sarei fatta volentieri inculare. Così, per rafforzare queste affermazioni, pensai ad un colpo di teatro: mentre la discussione proseguiva, estrassi il dildo e cominciai maliziosamente a leccarlo; poi, sfacciatamente, dissi “vi va se nel frattempo vi faccio un pompino?”; non ebbero nessuna obiezione, anzi.
Così gli feci abbassare i pantaloni; mi inginocchiai tra loro e iniziai masturbandoli; poi presi coraggio e mi infilai in bocca uno dei due.
Era molto appagante sentire il suo membro duro in bocca; il sapore del cazzo mi piaceva da morire; succhiai e leccai la sua cappella con tutta la voluttuosità possibile. Poi passai all’altro. Ricordo che per non lasciare nessuno insoddisfatto, tenendo un cazzo in bocca, mi premurai di masturbare l’altro; l’operazione (un tema ricorrente nei film porno) richiese un certo coordinamento, forse perché ero alla prima esperienza; comunque i gemiti confermarono l’apprezzamento per il mio sforzo.
I cazzi diventarono subito molto turgidi. Dopo avergli sbocchinati per diversi minuti alzai la testa dai loro membri, estrassi il dildo più grosso e mi diressi verso il divanetto; allungai il dildo verso di loro e proposi che se mi avessero fatto godere mi sarei fatta sborrare in bocca. Mauri, evidentemente molto interessato, raccolse subito la sfida; prese il fallo e mi fece segno di chinarmi sul divanetto; ne appoggiò la punta e poi sapientemente me la fece entrare nel culo; ormai era un esperto. Nel frattempo, notai che Paolo aveva iniziato a sfilarsi i vestiti; si svestì completamente, situazione alquanto curiosa visto che, solitamente, si toglievano solo pantaloni e slip; pur essendo un po’ troppo asciutto aveva, tutto sommato, un bel fisico; oltretutto, da nudo sembrava che il suo cazzo fosse anche più lungo. Ovviamente, vista la situazione, non nascosi un certo interesse per il suo corpo.
Intanto Paolo si affiancò a M. e mi iniziò ad allargarmi le chiappe con le mani; Maurizio continuando a premere, spinse il dildo ancora per qualche centimetro facendomi sobbalzare dal dolore e dal piacere. Ormai erano proprio bravi, pensai. Lo sfilò e per qualche istante non avvertii movimenti. Mi rilassai un attimo nell’attesa di sentirlo nuovamente penetrare; come sempre c’era un momento in cui i ragazzi dovevano armeggiare per trovare il punto giusto dove appoggiare la cappella. Però, questa volta, la sensazione fu diversa: la cappella sembrò più morbida e più calda; in quel momento realizzai: girai la testa e vidi Paolo col cazzo in mano, pronto ad incularmi; un attimo dopo mi entrò dentro. Restai senza fiato.
Un cazzo vero era una cosa totalmente diversa da un dildo; era caldo, morbido; sembrava fatto per il mio culo; entrava quasi senza resistenza. Per la prima volta mi sentivo veramente penetrata, non più allargata da un fallo.
Paolo iniziò a muoversi lentamente, quasi a voler essere particolarmente delicato. Gli sussurrai che mi piaceva molto. Lui continuò. Nella stanza sembravamo solo io e lui; gli dissi di spingere più forte e lui obbedì. Lo sentivo ansimare e godere. Sentivo distintamente la sua cappella andare avanti e indietro dentro di me. Sembrava quasi toccare il fondo delle viscere, ma non dava nessun fastidio; era piacere puro.
Accelerò il ritmo; era il segnale che stava godendo e che da lì a poco, probabilmente, avrebbe sborrato. Mi chinai di più e lo incitai bisbigliando dei “dai, scopami”; mi prese per i fianchi, spinse forte alcune volte e poi mi venne nel culo.
Sentii distintamente la sua sborra riempirmi. Diede ancora qualche colpo e poi estrasse il cazzo.
Lo guardai; era tutto sudato; gli feci un sorriso. Ero soddisfattissima!! Nessun dildo, in nessuna posizione, mi aveva mai appagata così.
Come in estasi, restai chinata sul divanetto ancora qualche secondo. Lo sperma iniziò ad uscirmi dal culo; Maurizio, che era stato tutto il tempo silenzioso, mi allungò un fazzoletto di carta.
Paolo prese i vestiti e si diresse verso il bagno; Mauri si rimise i pantaloni e fece finta di risistemare i cuscini dei divanetti. Io cercai ripulirmi il culo dalla sborra che continuava copiosa ad uscire.
Poco dopo Paolo uscì dal bagno; si era già cambiato rapidamente; non aspettò: salutò un po’ imbarazzato ed uscì dall’ufficio. Qualche istante dopo, anche Maurizio lo seguì; mi indicò dove aveva lasciato le chiavi dicendomi di lasciare l’ufficio chiuso, che poi sarebbe passato lui a sistemare.
Ero rimasta sola. Ero perplessa ma felicissima. Ero in un turbine di pensieri: conciata come una vera puttana, dal mio culo appena scopato usciva ancora della sborra che colava sulle calze creando una piccola macchia. Mi era piaciuto da morire. Avevo fatto godere i miei amici; avevo bevuto la loro sborra; avevano approfittato di me. Restai così ancora qualche istante. Ero ancora molto eccitata. Per un attimo sognai di vederli ritornare per rifarlo di nuovo. Presi il dildo, me lo infilai tutto nel culo e mi feci una sega.
7 years ago