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Dolce & Porca: Sapore di Vino.

Dolce & Porca: Sapore di Vino.

Finito di mangiare, lui mi sussurra di alzarmi e prendere la bottiglia di vino pregiato che ha portato per festeggiare il nostro incontro, dopo tanto tempo. Una bella cenetta preparata da me.
Mi alzo e la prendo dal cestello portaghiaccio per andare accanto a lui.
Resto in piedi con la bottiglia bagnata fredda che mi cola in mano, lui mi sussurra di dargliela.
E io gli porgo la bottiglia, insieme al cavatappi che era sul tavolo.
Mi fissa e sussurra ancora mentre la stappa.
Mi decido, aspetto un po' e abbasso le spallina del mio abitino nero di seta leggera, poi l'altra, scivolano dalle mie braccia e mi lasciano i seni nudi; infine lo lascio cadere del tutto dal mio corpo, è ai miei piedi.
Resto con le sole mutandine di pizzo nere.
Vedo che non ha tolto del tutto il tappo, è mezzo fuori.
Gli chiedo se devo prendere i calici, lui sussurra di no.
Mi sussurra ancora di levarmele e io senza farmelo ripetere le sfilo, lasciandole a terra insieme al vestito.
Mi ha fatta spogliare nuda, resto solo con le scarpe nere lucide coi tacchi alti, mentre lui resta seduto ancora al nostro tavolo.
Mi guarda, lo guardo fisso negli occhi. Mi sussurra di girarmi. Mi giro, ho le spalle girate a lui.
Una gelida carezza umida fredda sulla mia schiena nuda mi colpisce all'improvviso.
Ho dei brividi violenti, mi ha appoggiata quella bottiglia di vino fredda e ora le gocce freddissime mi scivolano sulla pelle, le sento alle mie spalle che scendono sempre di più.
Sento ancora questa lenta carezza gelida, più ghiacciata. La mia pelle ora è tutta d'oca.
Ho dei brividi violenti, quel freddo contrasta col calore che emana il mio corpo. Lo sento tutto, scende dalla schiena e mi attraversa tutta fino alle mie natiche.
Con la bottiglia disegna il contorno di tutto il mio corpo.
Risale dall'altra natica e attraversa tutti i centimetri di pelle, che brucia. Non riesco a stare ferma.
Sento bene tutto quel freddo vetro mentre scorre ancora sul mio solco facendomi più sussultare e inarcare in avanti, ferma in quell’attesa.
Scende ancora, quel freddo ora passa sotto il mio corpo tra le mie gambe, l'appoggia alla mia vulva, che per istinto e per il freddo si aprono.
Ora lo vedo spuntare sotto il mio pube.
Io guardo quel collo di bottiglia nera che spunta tra le mie gambe più aperte al suo volere.
Ho un brivido freddo nel sentirla tutta sul mio pube, tra le mie labbra calde.
Mi sussurra mentre mi tengo con una mano al bordo del tavolo. La toglie dal mio corpo.
Mi fa girare ancora -ora guardo lui- e mi sussurra di nuovo, facendomi sedere sul tavolo mentre si sposta indietro con la sedia. Mi metto seduta e appoggio i piedi sulle sue gambe, restando a gambe aperte davanti a lui in attesa della sua mossa.
Guardo ancora quel collo scuro e lungo di vetro che si avvicina alla mia gamba.
Risento quel brivido. Lo seguo con gli occhi che risale lentamente, ora è tra le mie gambe e mi sento accarezzare con il tappo: prima il mio pube, poi si fa spazio tra il mio pelo, lì tra le mie labbra gonfie ed umide che si aprono.
Mi tocca, ci gioca mentre mi guarda fisso negli occhi. Non rispondo al suo sussurrare.
Lo lascio fare. Preme sulla mia vulva la bottiglia e mi fa venire ancora più la pelle d'oca.
Mi irrigidisco nel sentirmelo pochi secondi sul clitoride che pulsa.
Quella bottiglia fredda non si ferma lì, risale sul mio corpo, passa sul mio ventre, lo sento sull'ombelico e su per lo stomaco e ora attraversa il mio petto tra il solco dei miei seni.
Guardo, lo seguo ora con i miei occhi socchiusi che sale su, ripassa sul mio seno e tocca il mio capezzolo che si irrigidisce di più a quel tocco freddo, poi si dirige sull'altro.
Ho i seni e capezzoli gonfi e tanto duri, mentre la bottiglia risale sulla mia guancia sento quel freddo diminuire.
La passa sulle mie labbra calde, la bacio. Gira la bottiglia porgendomi il collo e mi sussurra di leccarlo e io la lecco.
Lecco quel collo freddo. So cosa mi sta facendo fare. Leccarlo e accarezzarlo con la lingua.
Mi sta facendo fare un pompino alla bottiglia e mi sussurra di prendere coi denti il tappo.
Lecco quel tappo, lo slinguo, gli faccio un pompino, lo bacio e ora lo stringo coi denti.
Mi guarda mentre faccio con la bocca da cavatappi.
Sento il tappo che salta del tutto, resto con il tappo tra i denti.
Lui si alza e me lo toglie dalla bocca. Ora sono sua, mi spinge più in dentro sul tavolo.
Appoggio i piedi sul bordo, mentre mi distendo e mi alzo il busto sui gomiti.
Mi sussurra e ricomincia con quel suo tocco freddo. È di nuovo sul mio collo. È di nuovo sulla mia bocca. Lo appoggia lentamente alle mie labbra calde e io lecco ancora tirando fuori tutta la lingua.
Sento le prime gocce che mi bagnano la lingua, la bocca e scendono per la gola.
Mi bagnano e sporcano anche l'anima mentre lo sorseggio. Sorseggio ancora.
Una. Due volte. Tre volte e ho la bocca piena di vino. Mi sussurra di non ingoiarlo.
Non lo mando giù e lo guardo mentre apro la bocca. Sento le prime gocce di vino scendere sulla mia calda pelle delle mie guance scivolando dai lati delle mie labbra.
I rivoli rossastri aumentano e scivolano sempre più giù lasciano un solco freddo sulla mia carne.
Ingoio quel poco di vino rimasto e ho ancora il collo della bottiglia davanti al viso.
Lo versa. Mi sporca tutta. Ho il viso e il corpo tutto sporco di vino. Dalla mia bocca al collo, dai seni fino alle mie cosce. Ora il mio corpo ricoperto è più caldo, sento la voglia di avere la sua lingua per pulirmi.
Lui mi sussurra di riscaldarlo ora. Lecco di più tutto il collo della bottiglia che mi porge.
Lo riscaldo. Mi sussurra di leccarlo e accarezzarlo tutto con la lingua. Lo riscaldo. Lo insalivo tutto.
Resto ferma, con il collo della bottiglia infilata in bocca, sul tavolo in attesa, mentre le sue mani ora mi allargano le cosce. Ritorno a guardare la bottiglia e quel collo che si sfila dalla mia bocca e si insinua tra le mie cosce.
Si fa largo ancora tra i peli nel mio pube e mi allarga la vulva, le mie labbra sono gonfie e bagnate.
Allargo di più le gambe guardandolo fisso sugli occhi. Mi sussurra pianissimo e piano piano mi penetra.
Lui spinge un po' di più, io mi apro di più. Lui mi apre, io mi inarco. Mi vuole riempire tutta.
Mi colma e mi penetra ancora un po'. Mi sussurra “porca” e spinge. Spinge e mi sussurra “troia”.
Sussulto. Lo fermo. Lo respingo. Insiste.
Mi entra di colpo e inizia quella danza frenetica in me. Dentro di me, sento quel vetro scoparmi e riscaldarsi.
Lui spinge e io mi inarco di più sul tavolo.
Sento quel vino spumeggiante e freddo bruciarmi dentro, non solo l'anima.
Mi cola. Mi brucia. Lo fermo. Si ferma. Sussurra ancora “porca”.
Riprende. Riprendo a riceverlo di più dentro di me.
Spinge più a fondo, stavolta con più forza rapidamente, ancora più rapidamente, verso il limite, oltre il mio limite.
Mi sbatte. Mi scopa. Mi fotte. Mi scuote in qualcosa di inarrestabile. Mi scopa con la bottiglia e le dolci parole che non sussurra più, le grida.
Mi penetra con violenza e girandola il getto di vino colpisce il mio utero e mi esplode dentro la vagina con forza eccitante. Brucio e godo.
Godo e mi brucia. Spinge più a fondo. Mi sbatte ancora. Lo sfila.
Mi inarco, mi distendo tutta, ho la vagina piena. Mi preme con la mano per tapparmela. Mi alza le gambe. Sono io il suo calice ora. La sua bocca mi beve, mi succhia, mi lecca. La sua bocca mi aspira, mi risucchia, mi brama. Colpendo il mio clitoride eccitato con colpi rapidi e decisi.
I suoi colpi di lingua mi sollevano sia il corpo che la mente tra i brividi e miei spasimi, mentre entro nell’apnea del piacere.
Vedo una nebbia sui miei occhi e tra la nebbia del piacere finalmente la sua voce che sussurra forte “...ora puoi troia”. Arriva. Arrivo. Vengo.
Urlo il mio piacere che mi cola tra le cosce, un urlo unito a quel liquido rosso che schizza e mi sporca dentro e fuori tutte le cosce. Ancora piacere attraversa il mio piacere.
Ancora orgasmo attraverso il mio orgasmo. Ancora oltre, verso il piacere mai raggiunto.
Tra i suoni che sfuggono dalla mia gola in un orgasmo infinito.
Mugolo e orgasmo tra le forti contrazioni sul pube e il ventre.
Non ho il tempo di capire. Non capisco più nulla.
A lui non basta. Mi alza, mi gira con forza e mi piega sul tavolo. Resto ferma a pancia in giù sul tavolo.
Lui è dietro e sento la punta del suo sesso duro che ora pretende altro.
Si insinua tra le mie natiche, le apre e lo posa sul mio buco.
Mi tengo forte sul bordo. Stringo. Sento il suo piacere.
Quel piacere che rinasce nella sua voglia che credevo appagata ed invece torna più violenta in lui.
Non chiede è la mia voce che urla “Sì...prendimi!”.
Ora spinge con forza. Vuole. Pretende e lo prende. Grido.
Oltre quell’attimo di dolore. Oltre quel breve fastidio. Oltre nelle mie viscere fino in fondo.
Urlo per i suoi colpi di reni forti, sono più decisi e più profondi mentre mi prende per le viscere.
Più violenti, infiniti. Più profondi ancora sotto i suoi colpi di reni, lo sento tutto dentro.
Mi sbatte. Mi sodomizza. Mi fa male. Più male.
Fino a strapparmi gli urli, ora di più afferrando i miei capelli.
Lo sento ansimare. Sento il suo arrivare. Lo sento sfilare. Mi tira giù dal tavolo e mi costringe a inginocchiarmi.
Ora vuole mostrare come so dargli piacere guidata dalle sue mani. Ora il mio viso è contro il suo ventre e la mia bocca si apre, lui mi alza il mento.
Lo voglio nella mia bocca. Mi guarda, lo fisso e mi dono a lui. La mia bocca si spalanca per accoglierlo.
Lui prende la bottiglia di vino, con quello che ne è rimasto. Si versa un po' di vino sul membro duro e me lo dona.
Lo gusto insieme al sapore di vino e mi sento vorace.
Lo pompo. Lo succhio. Lo risucchio. Lo bacio, lo sfioro, lo mordicchio, lo succhio ancora di più.
Lo guardo da sotto e lecco, voglio il suo nettare. Resto con la bocca aperta. Mentre prende la bottiglia e mi versa il vino, me la sporca ancora e io lo gusto.
Lo gusto ancora e ingoio più vorace di prima il suo cazzo sporco.
Di nuovo a succhiarlo, leccarlo e accarezzarlo con la lingua.
Lo risucchio e lui grida e mi offre il suo nettare bianco.
Godo nel sentirlo godere e finalmente il sapore del suo piacere entra in me, tra le mie labbra, nella mia gola. Ingoio. Schizza.
Ancora. Ancora il suo sperma. Ancora vino rimasto. Ancora il suo nettare bianco.
Ancora insieme fino a togliermi l’aria e le mie labbra si chiudono e ingoio tutto. Per poi sollevarmi piano, dolcemente stretta tra le sue braccia.
Mi bacia. Sapore di vino.
Lo amo. Amo il suo sperma.


Published by LoredanaC
7 years ago
Comments
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LoredanaC
to nelman3 : Grazie :smile:
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stupenda...
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LoredanaC
to travelfoto : È. Una questione di... Resistenza :smile:)
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LoredanaC
to serpenteliquido : Beh... Si :smile:)
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uuu mamma.... che fatica arrivare in fondo senza...... prima venire
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gustare così una bottiglia di vino deve essere un'esperienza intensa. Da provare.
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LoredanaC
to geppo77 : :smile: grazie di ❤️
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geppo77
to LoredanaC : Altroché se puoi diventare scrittrice! Creativa non c'è dubbio tu lo sia!! In più scrivi bene e corretto..perfetto!!
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LoredanaC
to inchiostro_curioso : Ubrichiamoci :smile: sarò il tuo calice. E tu... La bottiglia :smile: ciao mio amante... Hic hic :smile:
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LoredanaC
to geppo77 : :smile: dai... Era un semplice raccontino... Mi fa piacere che ti ha fatto effetto :smile: bacio... Grazie farò la scrittrice? :smile:)
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inchiostro_curioso
Anche se sono astemio.. un bicchiere lo berrei volentieri! :wink:
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geppo77
questo racconto è fenomenale... eccitante.. sensale.. arrapante.. travolgente.. mmmm... mi ha catturato dalla prima parola all'ultima.. sei molto brava!!
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LoredanaC
to Enculator_ : merci ne piacre moi que vous avez apprécié... :smile:
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Enculator_
Une des plus belles histoires érotiques que j'ai lu.
Tu as réussi à décrire la sensualité du moment tout en maintenant une progression.
Magnifique.
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LoredanaC
to woooah : :smile:) ciao e tre... Tre baci...
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è un racconto bellissimo. Grazie.
è io?
cosa posso dire?
Mi ricordo un racconto, com'è che finiva? ah si:
"Sono un idiota, sono un coglione, sono un uomo."
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LoredanaC
to arturissimo : Grazie...bel pensiero...sognante :smile: bacio
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LoredanaC
to robinson682 : e chi osa assaporarlo... resterà marchiato...:smile:
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arturissimo
Fantastico frame di vita , assolutamente favoloso, il piacere emerge prepotente dalle rue righe ed a pennellate decise disegna un quadro di una passione incredibile , impossibile , assolutamente impossibile non ritrovarsi poi a godere mentre si legge lasciando che davanti si ,aterializzi la scena , auspicando che il sogno possa in qualche modo realizzarsi o he nella realtà della propria vita si possa vivere almeno una volta un sogno cosi
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robinson682
lo chiamerei il nettare degli dei,il piacere riservato a pochi intenditori!solo chi osa di fantasia ne può assaporare il sapore,il colore ed i profumi.
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LoredanaC
to sonosempreio : beh :smile:... ciao
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Beh... questo racconto sa di vita vissuta e non di fantasia.
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LoredanaC
Mio... Lupo... Bacio
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