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PAOLA CHE MI FECE DIVENTARE MULTI ORGASMICO

PAOLA CHE MI FECE DIVENTARE MULTI ORGASMICO

Spiegherò dopo cosa voglio dire, per il momento, lasciatemi presentare Paola: alta un metro e mezzo, capelli corti occhi e capelli neri, una bocca stretta e lineare ma che si apriva ad un sorriso meraviglioso che la ridipingeva completamente. Ma quando era seria e ti fissava incuteva timore, ti valutava, madre santa se ti valutava. Quando diventava sadica, poi leggerete.. le labbra si serravano all’interno, non digrignava ma denotavano sforzo e impegno nel risultato che voleva ottenere… e ottenne.
Paola con due tette enormi, ventre piatto, il culo non era grasso e aveva le gambe poderose: aveva fatto sport da piccola.
Aveva una voce sottile ma non era impostata, non fingeva: la sua voce era un falsetto femminile.
Ma questo non voleva dire che non fosse capace di essere decisa e farsi capire nelle cose serie.
Come quando, per sottolineare un mio difetto, chiudeva il rimprovero con un: - Ah, Anto’? -
Come per dire: - Cos’altro potrai dire a tua difesa? Nulla! -
Me ne disse e furono tutte giuste.
Paola arrivò con una nostra amica comune a Ferragosto del 1983, poco prima che dessi una svolta alla mia vita con un corso di fine estate.
La casa era sempre quella della famosa periferia della periferia, solo che adesso avevo una stanza tutta per me
E con un letto da una piazza e mezza, autocostruito in legno massello e fatto per resistere agli assalti.
Era degno della descrizione del talamo nuziale che Ulisse fece a Penelope la quale, non essendo ancora sicura che colui che aveva massacrato i Proci, fosse il suo amato sposo, si lasciò andare all’amore solo con la descrizione dell’alcova. 
Il mio letto sebbene non fosse ancorato al ceppo dell’albero da cui Ulisse trasse il legno necessario, resistette molti anni, a vari traslochi e a diversi, non molti, rapporti.
Insomma, fece il suo dovere ed era apprezzato dalle ospiti, ci si dormiva bene.
Ci dormirono anche Donne che non scopai, perché non volevano, ovviamente: mi giravo dall’altra parte e, buonanotte.
Ma nella casa abitata da studenti, arrivarono, quasi per sbaglio L una mia concittadina che si portò appresso Paola.
Davvero per sbaglio, passeggiavo con Lele, compagno di stanza, nel centro del Centro Storico della famosa città quando t’incontro Ute, sì proprio Ute di fiore in fiore, che mi dice che era tornata, due anni dopo - in piccola casina, sì? Tu vieni a trovarmi, sì? - in quel mentre a Lele viene in mente che dal Bar sotto casa avevano lasciato un messaggio: - L’indomani sarebbe arrivata L - 
Io pensavo ad un’altra L Intendevasi L, la dentista. Ci stavo dietro dall’inverno e finalmente si era decisa, possibile? 
Tralasciai Ute e - la piccola casina, sì? - e non la rividi più, ero incapace d’intessere più rapporti allo stesso tempo e non mi venite a dire che sono un tipo pulito, non era quello: è che allora pensavo che ad esser concentrati avrei avuto amore e dedizione eterna, in cambio.
Feci la spesa in fretta e in furia quella vigilia di ferragosto.
Come riesce a adescare le Donne un ragazzo che non è ricco né bello né sfrontato e nemmeno superdotato?
Con la cucina. E devi saper cucinare bene e cose diverse dal solito tran tran: Risotto con le aringhe affumicate e Pinot grigio.
Arrivò L ma non era L, la dentista ma L con un bel mal di denti, mangiò, parlò e bevve poco. E subito andò a dormire. Ciao, L, campo libero. 
Gli occhi di predatore si posarono su Paola ma lei non aveva bisogno di essere carpita, aveva fatto le sue scelte: era diretta lei, si rivolgeva diversamente a me rispetto a Lele e la preda ero io. 
Elle capì e se ne andò, dopo una partita a carte.
Dissi a Paola delle cose sul massaggio e lei ci stette. Il massaggio, lo avrete già intuito, era la seconda freccia della mia faretra, dopo le mie arti culinarie.
Saper massaggiare con mano ferma, non essere precipitoso ma aspettare qualche segnale, non facile da capire.
Quali sono i segnali? Un culo leggermente inarcato, le gambe più socchiuse e l’afrore, dio, l’afrore che saliva dal basso, inebriante. Era un misto di sudore, succhi vaginali e l’odore amaro, che non è quello della cacca, che ha il culo in calore.
Se notavo questi segnali, o credevo di averli percepiti, provavo a essere esplicito e mai violento con una o due dita. Capitava d’aver frainteso la disponibilità della donna massaggiata, in genere il rifiuto non era mai incazzato.
Le Donne avevano già messo in conto già da prima quale sarebbe stato il momento di dire stop.
Non appena arrivava la safeword (la parola di sicurezza, per intenderci) io smettevo di provarci e tornavo a massaggiare le zone innocue: scapole, fianchi, spalle.
- Grazie, Antonio, ci voleva proprio! -
Prego. 
Paola no, mi lasciò fare. Mentre la massaggio gli odori erano inconfondibili ma anche troppo marcati, non era una sporcacciona Paola ma del resto neanch’io, c’era in atto un’interruzione dell’erogazione dell’acqua e facevamo l’amore un po’ a secco e molto, molto speziato, anzi, muschiato, oserei dire.
Mentre eravamo, come dire, più che appiccicati: appiccicosi, sentimmo gorgogliare l’acqua nelle tubature.
L’acqua! -
Ci fiondammo in bagno facendoci una doccia con molto sapone e poca acqua (era più aria che altro).
Tanto ero arrapato che cercavo di scoparla in vasca con la schiuma sul cazzo.
Fermati, Anto’, torniamo a letto -
Belle e sagge parole.
Fu lì che, mentre le impastavo le tettone, ed erano tettone per davvero, appresi che lei non provava né piacere e nemmeno si eccitava quando le toccavano o le succhiavano, lasciava fare, indifferente neanche non fossero le sue. Credo che provasse imbarazzo per quelle mammelle spropositate rispetto ad un fisico minuto ma tonico con grandi spalle da nuotatrice e fianchi stretti.
In quel momento lei mi rivelò il Primo Segreto di Fatima: - Io godo quando mi toccano le spalle. -
Le spalle gliele avevo già abbondantemente toccate ma non l’aveva lasciato a intendere, ora sì.
E mentre eravamo avvinghiati seduti, con lei impalata sopra di me, cominciai a toccarle le spalle. 
E lei venne, davvero!
Orgasmava toccandole le spalle!
E meno male perché io venni subito dopo, troppo eccitato com’ero.
Paola non lo fece pesare e poi aveva davvero provato piacere, poco, ma c’era stato.
Non so cosa mi prese, cominciai a succhiare le sue tette, più avanti con gli anni divenni un esperto dei pompini fatti alle tette, non bisogna esser delicati: le tette vanno sollecitate, se fanno male, le Donne, ce lo dicono.
E lì avvenne il primo mistero glorioso: lei cominciò a provare piacere in quella maniere: le sue tette erano diventate sensibili.
Non ero stato io a “guarirle” bastava solo un po’ d’attenzione in più e che diamine!
Ci ricomponemmo, un po’ forse fumammo le sigarette del dopo-coito (coito, ergo fumo) ma mentre stavo così, il cazzo guadagnava sensibilità, quella sensibilità che, a noi uomini, fa mettere la nostra manina per trastullarci un po’…
Paola volle partecipare al gioco e scacciò la mia mano mettendosi al volante della mia utilitaria.
Fu un orgasmo lento e ascendente, ogni tanto il piacere si fermava e la masturbazione sembrava non avere nessun effetto né sul pene e nemmeno nella mia mente: non c’era desiderio di possesso o di scopare ma era bello lasciarsi fare, anche se non c’era piacere.
In quel preciso momento, tutto era rilassato: l’intero universo era in pace e oggi non ci sarebbero state cattive notizie, non sarebbe morto nessuno, nessuno si sarebbe fatto male.
Poi, il piacere arrivava ad un livello superiore, poi di nuovo tornava ad essere insensibile per poi ricominciare a sentire piacere ma ad un livello leggermente più intenso, era ancor presto per l’orgasmo ma era già più bello.
Un piacere a strati: farcitura e Pan di Spagna.
Poi arrivava il Gran Finale con i fuochi d’artificio o, meglio, con i giochi d’acqua, anzi gelatinosi: tanti spruzzi dei quali potevi sentire quasi il rumore tanto sono intensi a 28 anni.
Fiotti da tutte le parti, la mano di Paola non si bagnò di sperma, tanto spruzzai lontano.
Ma, a quel punto Paola avrebbe dovuto smettere, no?
Grazie, Paola, molla l’osso che ti do un bacetto di ringraziamento, ora il mio pistolino deve fare una pennichella dopo sborra, non sai?
Diventa fastidioso il contatto, Paola, anche se fossi venuto nella tua fica, sarebbe stato lo stesso, credimi.
È così: noi maschietti, per 15 minuti dopo l’eiaculazione, non vogliamo esser toccati, pena un fastidio enorme: non è né morto e nemmeno insensibile, no!
Quella fase viene dopo! Ora siamo ipersensibili e, per carità, non ci toccate.
Ma Paola, invece continuava a masturbarmi, ovvio che tutto quello che ho raccontato e racconterò, avvenne in pochissimo tempo.
Con la coda dell’occhio percepii il suo volto: occhi freddi e labbra serrate all’interno concentrata su quello che mi stava per combinare.
Stai fermo! - disse - Lasciami fare… -
Resistetti, supino, a gambe leggermente divaricate premendo il palmo delle mani sul materasso per resistere alla tentazione di girarmi e scappare.
Non so né come né perché, mi fidai di Paola, Vi posso garantire che ci vuole una notevole dose di fiducia, non provai sottomissione, era solo fiducia piena: non sapevo cosa mi avrebbe regalato quest’esperienza ma era bello esplorare l’ignoto.
- Resisti… - disse, a mezza bocca con una voce di sabbia che non era la sua solita voce in falsetto, forse, si stava arrapando anche lei.
All’improvviso, insieme al fastidio cominciò a montare il piacere, lento e inesorabile come il Bolero di Ravel (sì, lo so, è vecchia ma era esattamente così: Crescendo inesorabile).
L’orgasmo esplose di colpo, intensissimo con Paola che ancora non smetteva di tirarlo su e giù.
Ma se la conclusione fosse stata che una donna mi aveva fatto due seghe una dopo l’altra, non ve l’avrei raccontata.
Successero due cose: una, subito e l’altra continuò negli anni a venire e succede ancor’ oggi.
La prima: cominciai a provare un insolito solletico alle gambe, non ho detto prurito ma solletico. Non era un solletico superficiale ma interno, su tutta la gamba e a tutt’e due le gambe.
E poi scalciavo! Da tutte le parti e non riuscivo a fermarmi.
Solletico e movimenti irrefrenabili, come un mulo impazzito.
E ridevo, tanto forte era il solletico.
Più tardi, appresi che era simile alla Restless Legs Syndrome - la Sindrome delle Gambe Senza Riposo. Solo che questa è fastidiosa e angosciante, la mia era un piacere strano e unico.
Si trattava di una scarica di Serotonina troppo difficile da contenere.
Finì e abbracciai Paola sballottolandola come una cotoletta da una parte all’altra.
Lei un po' sorpresa da tanta irruenza, mi lasciò fare.
Io cominciai a sbaciucchiarmela e a dirle - Grazie! Grazie! -
Fu lì che credetti di innamorami, ma questa è un’altra storia.
Il secondo regalo che ricevetti fu prezioso negli anni a venire: dopo aver eiaculato, il periodo di ripulsa non c’era più. Non ho detto che non ci fosse più il periodo insensibile e nemmeno che l’erezione fosse intatta, il desiderio e l’erezione calavano ma non provai mai più il desiderio impellente di uscire da quell’anfratto che mi aveva accolto e fatto arrivare all’orgasmo: bocca o fica che fosse (il culo, no, quello mi respingeva sempre).
Potevo continuare a pompare, con giovamento sia per la Donna che non veniva privata di stimoli sia mio perché lentamente, molto lentamente, rinascevano desiderio ed erezione.
Paola, ovunque tu sia, io ti ringrazio pubblicamente per questo dono.
Oggi vorrei che chi non lo conosce ed è ancora mono orgasmico o mono orgasmica chieda al partner di praticare questo trattamento.
Ebbene, sì, Signore e Signori, anche le donne posso trarne beneficio.
Anzi, loro più di noi perché per noi maschietti dire multi orgasmico è un’esagerazione. Diciamo che diventiamo più efficienti dopo l’eiaculazione ma voi Donne, oh… Voi Donne, quando diventate multi orgasmiche godrete di infinito piacere e tanto piacere proferirete a piene vulve.
Avanti con il corso multi orgasmico, sono aperte le iscrizioni.
Ciao Paola, forse racconterò ancora di te.
Published by SL_Kicking
6 months ago
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