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La mia prima doppia penetrazione.

La mia prima doppia penetrazione.

Anita ed io restammo abbracciate, a baciarci con calma, sul collo ed in bocca, profondamente, a scambiarci le lingue, a dirci tenerezze e quelle cose che si dicono dopo l'amore, quando i sensi sono momentaneamente placati e ci si può guardare negli occhi.
"Vedi, cara..." Mi disse. "Da tempo ho compreso questa tua infatuazione lesbica per me, e ne ho avuta la certezza fin dai primi giorni in cui fosti ospite a casa mia, a Varazze, ricordi? Eri appena quindicenne e ti sorprendevo in continuazione a spiarmi, a guardarmi di nascosto e poi a distogliere lo sguardo se io mi voltavo, ho visto la gioia nei tuoi occhi quando ti confessai che in casa mia usavo stare sempre nuda, ricordo ancora la ia gioia quando ti vidi, in camera tua, mentre ti masturbavi furiosamente col manico della tua spazzola davanti ad una mia fotografia in cui eroin costume bagno, un bikini ridottissimo, te la ricordi, la mia foto fatta alle Maldive, vero? Beh, vedi, anch'io tastavo, per così dire, il terreno, non nego di essere sempre stata molto attratta da te, nonostante la tua giovanissima età, ma, vedi..." Esitò un attimo.
"Vedi, tesoro, io sono una donna libera, non sto alle convenzioni, se posso le evito, magari le aggiro, mi comporto non da donna ma da essere umano, solo, nel tentativo di soddisfrae imiei bisogni, le mie voglie, faccio sempre la massima attenzione a non danneggiare gli altri, non concepisco il mio piacere, per esempio, a tutti i costi, senza badare a chi mi sta vicino... Con te voglio essere sincera al massimo delle mie possibilità, voglio essere onesta."
Mentre parlavamo eravamo sdraiate sul lettone, sul fianco, una di fronte all'altra. Lei parlava piano, con calma, dolcemente ma con decisione ed intanto mi accarezzava il viso, i seni, le natiche, i fianchi. Io, invece, le tenevo una mano su una tetta, senza muoverla, sentendone la consistenza, il calore.
Continuò: "Tu sai che io sono stata sposata, che ho quarantuno anni, che sono dcisamente ricca, che non ho bisogno di lavorare e stai anche capendo quanto mi piaccia il sesso. Bene, sappi allora che io, il sesso, non solo lo pratico con chi voglio, quando voglio e mdove voglio, ma sappi anche che io, letteralmente, vivo per il sesso. Il sesso è la mia vita, ti ripeto.
Non so quanto tu sia preparata ad un discorso del genere... Tu sei giovanissima, sei bellissima, studiosa, intelligente, hai una mente aperta come raramente se ne trovano nelle ragazze della tua età... Ti vedo davvero portata verso il sesso, hai iniziato masturbandoti per anni, hai sondato la tua sessualità, magari hai pensato, come me ai miei tempi, di essere lesbica, poi hai avuto un ragazzo ed hai potuto provare finalmente un cazzo vero... Anche se, lasciamelo dire, da come ti ho sentita gridare dal piacere stanotte, io penso che tu, il cazzo vero, lo abbia scoperto a letto con Abdul... E' un uomo stupendo, vero? Un grande scopatore, ed hai vistto che razza di cazzo ha?"
"Davvero, Anny..." Dissi io. "Davvero non credevo potesse esistere un cazzo di quelle dimensioni... ero abituata all'uccello di Luca ma, santo cielo, non esiste neppure il paragone, che roba!"
Ridemmo, ci baciammo, poi lei disse: "Oltre ad essere un amante eccezionale è anche un uomo buono, di ottimo carattere, ottima cultura, è uno sportivo... sai già che lavora all'ambasciata del suo Paese, a Ginevra, dove si spende per la causa non solo della sua terra ma dell'Africa tutta, ha avuto un'educazione europea, parla sei lingue... ed è, mi ripeto, uno degli amantimigliori che io abbia mai trovato in vita mia... e, puoi capirlo, io di uomini, come ti ho già detto, ne ho avuti a centinaia, non esagero, non ho certo bisogno di vantarmi, ma esperti e dotati come lui li conto sulle dita di una mano... ed un altro,beh, un altro è Joseph...
Dì, tesoro, ti piace Joseph? Anche quando scopavamo, stanotte, diverse volte mi ha parlato di te... Ti piace?"
"Beh..." Risposi. "E' bellissimo, davvero, però l'ho soltanto succhiato... La sborra che mi ha fatto in bocca era davvero tanta, come quella di Abdul, direi, dovrei provarlo nella fica, per giudicare..."
Anita rise sonoramente, poi assestò una sonora sberla su una mia naticona e disse: "Non ti preoccupare... Quando scenderemo di sotto, dopo pranzo, Joseph ha tutte le migliori intenzioni nei tuoi confronti... sappi, anzi, che ha una voglia pazza del tuo culo, lo fa impazzire, lo desidera prorpio... Dimmi un po', signorina... Dopo essere stata inculata da Abdul hai avuto difficoltà, in generale, voglio dire..."
"Zia..." Le risposi, chamandola zia con affetto, come facevo spesso. "Abdul mi ha inculata ieri sera, dopo aver scopato, ma io non ho avuto nessun problema ad accoglierlo nel culo... da anni, a volte, anzi spesso, quando mi scopo la fica con gli ortaggi o col manico delle spazzole, mi penetro anche il culo, e contemporaneamente alla fica, in genere, appunto, col manico delle spazzole, così ho raggiunto, si vede, una certa elasticità... Quando Abdul me l'ha messo nel culetto, nei primi momenti ho pensato di non farcela, stavo per dirgli di fermarsi... poi, magari perché io emetto sempre molto liquido vaginale e dalla ficame ne scivola tanto anche fino al culo, magari perché, appunto, devo aver acquisito una certa elasticità dell'ano, ho sentito il suo cazzone farsi strada e le pareti del culetto che cedevano e lo lasciavano passare... Che godimento, zia, non avevo mai goduto in una maniera simile, un uccello enorme che mi fotteva dietro ed io che, intanto, mi titillavo il grilletto... sono venuta mentre lui mi stava ancora inculando, sai, e ad un certo punto a cominciato ad andare su e giù nel mio sedere come se stesse scopandomi la fica, veloce, sempre più veloce, sembrava una bestia che voleva solo sborrarmi nel culo... quando è venuto mi sono sentita spruzzare dentro una quantità di sborra enorme, una volta uscito l suo cazzone la sua sborra mi usciva dappertutto. Mi sa che ti abbiamo sporcato il letto, zietta..."
Anita rise, mi baciò in quel modo particolare e vizioso, con la lingua tutta fuori dalla bocca, ed io le risposi a tono, ci leccammo a lngo le lingue e poi lei soggiunse: "Bene, tesoro, se il tuo culetto sopporta bene le inculate, meglio per te, perché sospetto che Joseph abbia davvero voglia di fartelo. Di solito lui ama molto far venire la donna che sta scopando, voglio dire venire con la fica, anche due volte, poi, quando è certo di aver sborrato un paio di volte e che, quindi, la sua resistenza all'eccitazione può essere prolungata, allora passa a farti il culo e lì dentro, ti garantisco, è capace di starci un quarto d'ora e più. Te lo mette da dietro, poi ti gira davanti, sembra che ti voglia entrare nella fica ed invece ti entra in culo, ma da davanti, poi magari ti gira di fianco e di nuovo ti fa il culo... te l'ho detto, è capace di restarci per un bel po', nel tuo sederino, e se hai problemi ti suggerisco di dirglielo subito, lui è molto rispettoso e ti fotterebbe senz'altro nella fica, o fra le tette, od in bocca, certo, dietro ad un tuo diniego, non insisterebbe davvero!"
Le risposi che farmi fare il culo mi era piaciuto davvero tanto e che non vedevo l'ora di rifarlo. In più le rivelai che, lavandomi dopo il rapporto anale, mi ero accorta che il mio buchino non presentava nessuna dolorabilità, dato che vi avevo infilato dentro prima due e poi tre dita.
Lei rise e poi mi fece sdraiare sulla schiena, quindi mi venne addosso ma in posizione contraria, quella che avrei poi imparato ad apprezzare come "sessantanove", io, da sotto, potvo agevolmente leccarle la fica e lei da sopra poteva, contemporaneamente, leccare la mia. Venimmo poco dopo, quasi insieme, mugolnado come maialone in calore, poi ci separammo.
"Quello che volevo dirti..." Soggiunse Anita mentre entravamo insieme nel grande box doccia, in bagno. "... E' semplicemente che da parte mia io mi sono sempre proposta, pur desiderandoti davvero tanto, di aspettare la tua maggiore età, per cercare di circuirti e per sondare il terreno,per provarci con te, insomma... sempre col desiderio di non provocarti danno alcuno, né dal punto di vista psicologico né da quello comportamentale..."
Dicendo questo mi cominciò ad insaponare tutta ed io le resi il favore, dicendole quanto avrei desiderato, da anni, di fare l'amore con lei, che mi ero consumata la fica a forza di masturbarmi pensando a lei... E qui mi interruppe: "Certo..." Mi disse. " Certo, lo capisco, ed io avrei potuto facilmente approfittare di una ragazzina bellissima, sexy, una vera figa da competizione coem sei tu, farmela in ogni maniera, lasciarla innamorare di me e poi che ne avrei fatto? Con tutti i problemi postadolescenziali suoi, i miei continui viaggi, il fatto che, diavolo, a me il cazzo piace e che mi piace anche la fica, eccome... Avrei rischiato di danneggiarti, di farmi anche odiare da te, ed invece io a te ci tengo, oltre ad essere bellissima, una gran figa, come ti dico, io ti voglio bene davvero ma... ecco, non sono innanmorata di te, ecco tutto, io, un amore ce l'ho già, capisci?"
Io rimasi un poco stranita ma, lo confesso, parlando così Anita mi aveva anche tolto un peso... Avevo provato il cazzo, del mio ragazzo o di un altro uomo, non importava, la fica mi piaceva, già lo sapevo... non ero proprio sicurissima che quello che provavo per Anny fosse davvero amore... magari, anzi, certamente, la desideravo da morire, ma anche il cazzo desideravo ed avevo voglia di provarne tanti, e grossi, e resistenti! Glielo dissi e le dissi che capivo di essere, infondo, una ragazzina, che la pregavo di guidarmi nel mio percorso di vita che riguardava il sesso, che già mi sentivo una puttanona prontaa tutto, perdinci!
"Se sei pronta a tutto, tesoro..." Mi disse, mentre ci asciugavamo a vicenda. "... Allora facciamo così... Hai voglia di scopare ancora? Il tuo culetto è pronto? Bene, ora la zia ti dà un po' di roba sua, diciamo calze, reggicalze, diciamo un bel paio di decolletés col taco a spillo, diciamo di almeno una decina di centimetri, ecco... è un abbigliamento a cui tu sei abituata, la tua mamma ha agito bene, impedendoti di indossare quelle orrende collant che tutte le ragazze oggi portano (si era alla fine degli anni 70, altri tempi!), e quando scenderemo di sotto i nostri due amici avranno voglia di dìfar l'amore... o di mettercelo dappertutto, credimi... quindi metiamoci tutte in tiro, come due troie da bordello e scendiamo quelle scale, mi sa che ci divertiremo... Vuoi?"
Se volevo? Non chiedevo di meglio! Il solo pensiero i prendermi un bel cazzone, non mi importava fosse quello di Abdul o di Joseph, nella fica mi agitava tutta e mi faceva bagnare come una fontana. Inoltre, lo confesso, avevo una voglia matta di riprovare di nuovo lad essere inculata el'uccellone di Joseph che, a quanto mi diceva Anita, era così voglioso di sodomizzarmi, in quanto a dimensioni aveva davvero pochissimo da invidiare a quello di Josephhh
Anita mi diede un paio di calze di seta, non di nylon come quelle a cui ero correntemente abituata, trasparentissime e velatissime, quasi impalpabili, con la riga dietro ed i talloni evidenziati, un regicalze di pizzo nero di quelli un po' più consistenti dei soliti reggicalze "a cintura" che usavo di solito, n paio di sandaletti argentati col tacco molto alto, a spillo, che slanciavano le mie gambe robuste ed imponevano, quando camminavo, un oscillamento olto sensuale alle mie grosse chiappe.
Lei si vestì, se così si può dire, più o meno nella stessa maniera, ma mise un paio di calze nere e delle decolletées rosse, con un reggicalze altrettanto rosso fiammante. Così abbigliata sembrava davvero una puttana da bordello, coi suoi capelli rossi un po'scarmigliati, lunghi fin sulle spalle, e fu lei stessa a definirsi così, un aputtana da bordello, disse, con evidente orgoglio. Mi disse che non avremmo indossato né slip né reggiseni, quindi ci rifacemmo il trucco e scendemmo al piano di sotto dove i due stalloni neri ci aspettavano, spaparanzati sulle poltrone, uno con una tazza di caffé americano in mano, l'altro col Daily Mail davanti.
Sgranarono gli occhi, lasciarono perdere tutto e si alzarono in piedi, lasciando che i loro enormi cazzi penzolassero tra le loro cosce muscolose e ci vennero incontro, sorridenti.
Joseph mi diede la mano mentre scendevo gli ultimi scalini mentre Abdul diresse Anita fino al grande divano, dove cominciarono ad amoreggiare, baciandosi, toccandosi e palpandosi oscenamente ovunque.
io e Joseph ci baciammo, in piedi e, mentre lui mi toccava le tettone io, istintivamente, scendevo, con entrambe le mani, a palpargli il grosso sesso eretto edi testicoli sospesi sotto ad esso. Poi il gigante nero mi fece inginocchiare sul divano, col culo all'aria, dicendomi, nel suo italiano correttissimo ma con evidente accento londinese: "Claudia, ti lecco per bene il culo e poi te lo faccio, ne ho una voglia pazza.... Joseph mi ha detto di avertelo trovato già rotto, posso andare tranquillo?"
Gli risposi di sì, di fare piano, all'inizio, ma che ne avevo tanta voglia anch'io. Mi doveva aver preso per una troia scafatissima, magari giovanissima, ma una gran troia e per giunta rotta in culo, e chissà che confidenze oscene si erano scambiati i due neroni mentre io ed Anny eravamo al paino di sopra a far l'amore tra di noi!
Quindi si posizionò dietro a me e cominciò a leccarmi avidamente il buchetto, lavorandolo, poi, anche con un dito, poi con due ed infine con tre. Vista l'elasticità del mio ano, dopo un po' che me lo leccava e che me lo masturbava con le dita, procedette senza indugio ad incularmi, prima puntando sul mio buco l'enorme cappella scura, poi spingendo un poco e quuindi affondandone dentro una buona metà. Io godetti moltissimo ed emisi dei gridolini mentre Abdul, che si godeva il pompino che la za gli stava facendo, non aveva smesso un atimo di osservare quanto stavamo facendo io e Joseph accanto a lui.
Mentre Anita se lo ciucciava tutto , poi, Abdul si chinò verso le mie tettone che penzolavano davanti a me, con movimenti scomposti ogni volta che Joseph sbatteva contro le mie naticone ene leccù avidamente i capezzoloni e le areole. Quindi disse qualcosa che non capii ad Anita che smise il pompino che gli stava praticando e sorrise, facendo cenno col capo di sì.
Io ero al settimo cielo, Joseph ci sapeva fare davvero. Mi stava inculando ad un ritmo veloce e, come aveva fatto Abdul quella notte stessa, anch'egli, ad ogni affondo del suo grosso uccello, arrivava più in fondo che gli fosse possibile, finché i testicoli non sbattevano scompostamente sulle mie chiappone. Poi si fermò, Abdul gli stava dicendo qualcosa in inglese che non riuscivo a capire, tanto era il mio godimento. Quindi estrasse l'uccellone dal mio culo e fu Anita che, dolcemente, mi disse: "Tesoro, la vorresti provare la doppia penetrazione? Ti sentiresti pronta? Guarda che, se hai dei dubbi, nessuno vuole forzarti, è stata un'idea di Abdul ed io sono d'accordo con lui, una vacca da monta come te deve, prima o poi, provare a prendere due cazzi insieme, uno nella fica e l'altro nel culo... Che ne dici?
Fu una frustata ai miei sensi: fino ad allora, è vero, usavo penetrarmi in contemporanea il culo e la fica, ma sempre con manici di spazzola od ortaggi e frutta varia, e la capacità della mia fica e del mio culetto di contenere anche cazzi di grossa caratura, come era più volte successo quella notte, era ormai comprovata. Ora, però, si trattava di prendersi insieme due enormi uccelloni, senz'altro due fuoriserie, nel loro genere e, da una parte la puttana di razza che sentivo d'essere scalpitava per fare quell'esperienza così estrema, dall'altra un po' temevonon so neppur io che cosa, forse u incidente, forse di avvertire troppo dolore. Dissi ad Anita che mi sentivo pronta, sfrontata come sono sempre stata, così lei mi fece alzare dalla posizione alla pecorina che avevo assunto per farm inculare da Joseph per farmi adagiare, da sopra, piegando le ginocchia, sull'enorme cazzo eretto di Abdul, a smorzacandela, come di dice.
Approfittai per abdare un poco su e giù su quel bellissimo esemplare di uccello nero, mentre Abdul mi ciucciava le tettone che sballottavano di fronte a lui, poi sentii le mani di Joseph su miei fianchi ed Abdul mi fermò dal mio fare su e giù dul suo cazzo. Ora avevo il membro di Abdul tutto affondato nella mia fica ed avvertivo la grossa cappella di Joseph farsi spazio nel mio ano. In breve mise dentro una buona porzione di cazzo ed io ccominciai a sentirmi in paradiso: sentivo l'enorme presenza del bastone di carne nera di Abdul nella fica ed, in contemporanea, l'altrettanto ingombrante arnese di Joseph che faceva su è giù nel mio culo, entrandovi un poco di più ad ogni affondo. i due maschioni si intendevano a meraviglia: i giochi li dirigeva Joseph che, nel mio culo, stabiliva il ritmo della scopata anale e le conferiva un andirivieni sempre più belluino e sempre meno umano, tenendomi le manone sulle chiappe e separandole un poco l'una dall'altra mentre, da sotto, Abdul, che non aveva smesso un momento di succhiarmi i capezzoloni, mi aveva posizionato le sue manone sotto le mie cosce e mi spostava un poco in su ed in giù, in modo che io potessi avvertire nettamente il suo uccellone nella fica mentre il suo amico pensava al mio culetto.
Ero davvero in paradiso! Non capivo più niente, mi sentivo penetrata, squassata, divisa in due, quasi, desideravo che quei due maestosi esemplari di membro maschile non uscissero mai dai miei buchi, mi sentivo una dea del sesso ed insieme una zoccola da casino, da marciapiede, di quelle che concedono, a pagamento, qualsiasi parte del loro corpo a qualsiasi uomo lo desideri.
Poi anche Anny fece la sua parte, venendomi di lato ed occupandosi di ciucciarmi il capezzolo della tetta destra, mentre Joseph non smetteva di farlo con quella snistra.
Io, dal canto mio, mi limitavo a subire quei trattamenti e lo facevo sempre emettendo lamenti, squitii, gridolini, specie nei momenti in cui Joseph raggiungeva, con la sua grossa cappella il fondo del mio retto, procurandomi sensazioni inenarrabili.
Ad un certo punto, però, Joseph disse ad Abdul, in inglese, che stava per venire, e gli chiese a che punto fosse. "I'm ready too, man..." gli rispose l'africano. Come ad un cenno d'intesa i due tori cominciarono ad eiacularmi dentro, emettendo versi a****leschi, osceni e la zia Anny prese a baciarmi con foga, lingua in bocca, mentre io venivo, con la fica e mi sentivo sempre più un mero oggeto oggetto di paicere nelle mani di due padroni, due maschi esperti che stavano disponendo dei miei buchi a loro piacimento. Mi accasciai con tutto il mio peso su Abdul che mi abbracciò e mi baciò in bocca, mentre sulla mia schiena, sentii il torso di Joseph e la sua lingua che mi frugava il collo, mi leccava le spalle e le orecchie.
Anita esclamò: "State attenti, ragazzi, quando uscite fatelo piano, voglio bermela tutta io, la vostra sborra che le esce da tutti i buchi."
Così fecero: Joseph estrasse l'uccellone dal mio culo e lo tenne tappato col dito pollice, per non fare fuoriuscire lo sperma dal mio retto, mentre Joseph mi alzava dalle sue cosce, sempre piano. Quindi, adesso, mi trovavo in piedi, a gambe larghe, davanti al divano, con Anita che si era posizionata sotto di me ed, a bocca spalancata e lingua di fuori, beveva avidamente lo sperma che i due tori avevano eiaculato nella mia fica e nel mio culo. Quindi rifinì il lavoro finché non ne colò più, di sborra e poi si alzò, venedomi a baciare in bocca, profondamente, lingua su lingua, e permettendomi di assaggiare anch'io il sapore acre dello sperma dei due stalloni neri.
Published by claudiaslut
1 year ago
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