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Ancora inculata nella notte!

Ancora inculata nella notte!

Io e Abdul ci addormentammo, vicini. Poteva essere l'una di quella notte magica quando sentii la sua mano decisa ma, al tempo stesso, gentile carezzarmi una coscia, poi il sedere. In quel momento dormivo su un fianco e gli davo le spalle. Dopo qualche secondo e dopo aver passato la sua manona su entrambe le mie natiche, le separò l'una dall'altra e sentii distintamente la sua grossa cappella farsi largo tra esse... mi svegliai di colpo... mio dio, vorrà ancora incularmi? Lo lasciai fare ed, anzi, sempre su un fianco, portai la mia mano a sfiorargli la sua coscia muscolosa. Lui prese a baciarmi il collo e tolse la manona dalle mie chiappe per portarla a soppesare le mie tettone, brancicandole con sempre maggior foga. Poi si abbassò e, tenendo separate le mie natiche, prese a leccarmi il buco del culo, riuscendo, senza molta fatica, ad introdurvi buona parte della sua linguona. Questa stimolazione mi faceva impazzire, mi piaceva da morire, quest'uomo, che qualunque donna eterosessuale avrebbe voluto avere anche per un solo quarto d'ora, mi desiderava di nuovo, desiderava me, fresca diciottenne, a sua insaputa quasi del tutto inesperta nelle cose del sesso, abituata al sesso tra fidanzati, quella sera gli avevo concesso tutto, di me, la bocca, la fica, il culo, addirittura e tutto questo quasi senza conoscerlo, dopo una cena in casa di Anita... Non provavo nessun rimpianto né vergogna nei confronti del mio fidanzato ufficiale, quel Luca che ora era costretto oltreoceano, con cui facevo l'amore ma che era così diverso da quel bellissimo uomo che ora avevo nel letto, al mio fianco, quell'uomo dotato sessualmente in maniera così esagerata, così elefantiaca, tanto da far sembrare Luca un piccolo bianco minidotato... Ora quel negrone stupendo aveva smesso di penetrarmi il buco del culo con la lingua, il mio orifizio anale era pieno della sua saliva che si mischiava, come sempre mi succedeva, con le abbondantissimi secrezioni vaginali che colavano dalla fica lungo il perineo fino all'ano, appunto. Quindi, con decisione, mi aveva fatto mettere sulle ginocchia, nella più classica delle pecorine, dicendomi, a voce alta: "Ora ti rifaccio il culo, maialona..."
Ebbi una frustata ai miei sensi già così provati dalle esperienze del dopo cena, e gli dissi che ne avevo voglia anch'io... In effetti, dato l'indefersso allenamento a cui avevo sottoposto la fica ma anche il culetto con ortaggi, frutti e manici di spazzole sempre più ingombranti, il confronto con un cazzo, seppur di misure così generose come quelle di Abdul, non mi aveva procurato che vaghi, piccoli dolori, qua e là, all'iniio della penetrazione ed avevo avuto modo di godermi la mia prima penetrazione anale con grande voluttà. Addirittura avevo molto goduto quando lui, diventando simile ad una bestia in calore, aveva preso ad incularmi più velocemente ed immergendo ad ogni affondo il suo grosso arnese fino in fondo al mio retto, tanto da permettermi di sentire i suoi grossi testicoli sbattermi contro le natiche. Essere usata come un oggetto per il sesso, dovevo ammetterlo, mi procurava sensazioni terribilmente forti ed appaganti.
Fu così che, nel bel mezzo della notte, dopo aver dormito si e no un'oretta, questo esemplare stupendo di maschio di colore, un Uomo con la U maiuscola, desiderava di nuovo il mio culo ed ora, dopo avevrvi introdotto metà del suo fantastico, enorme cazzone, cominciava a pomparmi su e giù, sempre più velocemente. Sentivo i suoi versi da bestia infoiata, i suoi schiaffi sulle mie chiappe, le sue manone che si tenevano ai miei fianchi per permettergli di affondare sempre più in me e ne ero toralmente appagata. Anch'io emettevo versi da belva, da vera femmina, posseduta, deisderata dal più bel maschio sulla faccia della Terra, che ora mi stava inculando ad una velocità impressionante, ad ogni colpo immergendosi titalmente in me per poi rapidamente risalire e riaffondare,. Ora, senza estrarre il grosso arnese dal mio culo, si era messo con le ginocchia piegate ed i piedi a fianco delle mie cosce, sempre penetrandomi a fondo, ma a desso, in questa posizione, mi inculava davvero a fondo, sentivo la sua enorme csappella, durissima, arrivarmi realmente in fondo al retto, il suo grosso pene occupava tutto lo spazio a disposizione nel mio sfintere, mi penetrava velocemente ed a fondo, come una bestia che si accoppiava alla sua femmina, come avevo visto fare al cane lupo dei miei vicini quando stava fottendo una graziosa cagnolina, solo che, adesso, era un esemplare stupendo di uomo di colore che stava selvaggiamente inculando una ragazza di poco più di diciott'anni, formosa come una pi-up degli anni cinquanta e completamente arresa ad ogni suo volere.
Io gridavo il mio piacere senza nessun ritegno, gli gridavo di incularmi, di sborrarmi dentro, di riempirmi tutta e lui, imperturbabile, grugniva come un maiale, mi sottoponeva ad una sodomia a****lesca, senza pietà, pensando, d avero maschio dominatore, soltanto ed unicamente al suo piacere.
Ero al settimo cielo quando lo sentii fremarsi di colpo, mi stava sborrando nel culo un'altra quantità enorme del suo sperma caldo ed io lo sentivo, totalmente immerso nel mio retto, mentre si svuotava dentro di me, ridotta a mero oggetto di piacere, un contenitore di sperma alla mercé di un vero maschio Alfa che disponeva di me, del mio corpo, di tutti i miei buchi, a suo piacere, anche svegliandomi di notte per incularmi.
Quindi estrasse, con un movimento deciso e poco aggraziato, il suo enorme tubo di carne dal mio culo ed io mi alzai per recarmi al bagno, a farmi una bel bidet fresco che rigenerasse le mie carni così belluinamente violate. Seduta sul bidet mi insaponai e mi lavai molto coscienziosamente, stupendomi della quantità di sborra che ancora mi usciva dal culo e scoprendo che, con ogni comodità, riuscivo ad infilarmi nell'anno anche tre dita della mia mano destra, rivivendo ancora, per un breve attimo, il momento della penetrazione anale di poco prima.
Mentre mi stavo asciugando entrò nella grande stanza da bagno Anita, completamente nuda, col trucco che le colava sulle guance, scarmigliata e rosa in viso.
Mi guardò asciugarmi e mi disse: "Ti ha fatto il culo, eh?" E poi, ridendo: "Lo so, Abdul è un vero maniaco dell'inculata, pensare a quante donne fuggirebbero a gambe levate sapendo che un negrone con un cazzo così enorme le voglia inculare..."
Ridemmo ancora entrambe e poi lei mi disse che avrebbe fatto una doccia, che dalle undici di sera, da quando, cioé, lei ed il suo giamaicano erano saliti al piano di sopra, non avevano mai smesso di scopare, che avevano fatto ogni porcata possibile, che lui era un maschio inesauribile.
"Intendono fermarsi tutto domani..." Ammiccò lei. "Hai chiamato tua madre? Le hai detto che ti fermi anche domani, vero? Non voglio che tua madre si preoccupi per te mentre invece tu sei qui a scopare con un uomo che... Oh, Signore Iddio, hai visto che maschione,ti ho procurato? Mi pare che sia di tuo gusto, eh? Mi devi credere, tesoro, in fatto di maschi non si sbaglia mai quando si sceglie un nero! Un uomo di colore, anche a parità di misure con un bianc, vince a mani basse in mascolinità, sempre!"
Io le risposi che i miei sapevano che ero a casa sua e non avrebbero trovato nulla da ridire se mi ci fossi fermata anche tutta la domenica. Poi le dissi che Abdul era davvero bellisssimo e resistentissimo, niente a che vedere colsesso che facevo col mio ragazzo, questo era più selvaggio, più terribile, più completo, ecco...
Lei sorrise di nuovo, saggiando con la mano il calore dell'acqua che usciva dalla doccia, poi disse, facendomi l'occhiolino: "Ti ho sentita gridare, sei davvero una maialina senza ritegno, si sente che scopare ti piace e che non hai paura di nulla... Domani, chissà, magari ci saranno novità che ti piaceranno, chissà...Ti fa male, il culetto? Ti confeso che, quando Abdul mi ha inculata la prima volta, il giorno dopo quasi non riuscivo a sedermi!
Ridemmo ancora e la rassicurai.... "Quello che non ti ho mai detto, Anny, è che, da quattro anni almeno, io ho allenato la mia fichetta a calibri sempre più grossi, prima banane, zucchine, poi i manici delle spazzole... e poi ho cominciato anche ad infilarmeli nel culo, anche contemporaneamente, insomma, mi sono ben allenata, si vede, dato che conl cazzone di Abdul non ho praticamente avuto difficoltà, né davanti né dietro!"
Mi baciò, leggera come una piuma, prima su una guancia e poi sulle labbra, poi mi rispose che era meglio così, ma che già sapeva delle mie masturbazioni col manico delle spazzole, che più volte, d'estate, nella sua villa di Varazza, mi aveva vista farmi la fica ed il culo con esse..
Ci sorridemmo, complici, poi entrò nella cabina della doccia, dove, in breve, sparì, avvolta in una nube di vapore e schiuma.
Published by claudiaslut
1 year ago
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