La suora - PART 3
Io avevo trascorso tra giorni turbolenti. Non mi potevo capacitare di aver conquistato la fiducia della suora. Giravo attorno al convento è non mi decidevo di bussare alla porta del paradiso. Nei tre giorni turbolenti il mio cazzo era sempre duro dentro i jeans. La sera era calda e mi ero avvicinato alla porta del convento. Avevo paura di aver preso un abbaglio. Era impossibile che Laura mi avesse confidato i suoi peccati. Certo, era una donna e come tutte aveva tempeste ormonali tra le sue belle e lunghe cosce. Avevo suonato alla porta del convento. La porta si era aperte e una suora mi guardava con il sorriso sulle labbra. Mi avevo domandato: sei l'amico di Laura! Si, sorella sono l'amico di Laura. Entra, adesso Laura non è nel convento. Io ero entrato guardandomi attorno. La sorella era vestita con il vestito nero e lungo. Era magra, ben fatta fisicamente. Era alta come Laura. Io guardavo il culo della suora che mi procedeva. Il culo ballava eroticamente sulle fantastiche cosce che vedevo sagomate dal vestito indossato dalla suora. Mi aveva portato in una stanza piena di sedie attorno a un enorme tavolo di legno. La suora mi aveva detto: in questa sala ci riuniamo per prendere decisioni che riguardano noi suore. Stasera sono da sola a far da guardia al convento. Si accomoda sopra la sedia che preferisce. Mi ero seduto e guardavo la suora. Lei mi aveva domandato: tu sei sposato, fidanzato o casa. Io avevo risposto Sono un single. La suora illuminandosi in volta aveva detto: ti piace la figa! Io avevo replicato: a tutti i maschi piace la figa. Sorella mi deve dire una cosa. Voi vi confidate e confessate i vostri peccati. Perchè dite, affermate quello che fate con i maschi. La sorella, candidamente aveva detto: ci piace il cazzo come a voi maschi piace la figa. Beh, tu sai che Laura è stata costretta dai suoi genitori a diventare una suora. Era stata scoperta dalla madre a fare sesso con l fratello. Voi maschi non sapete quello che passa nella testa di una ragazza. Io, per esempio, sono stata scoperta dalla mamma a fare un pompino allo fratello Noi siamo donne di famiglie per bene, agiate e benestanti. Nessuno ci ha insegnato a fare sesso. Noi ragazze abbiamo sentito o sentivamo parlare di sesso. Eravamo curiose di vedere il maschio nudo. Io sfottevo mio zia facendogli vedere le cosce, il culo. Mi mettevo in posizione per far vedere a mio zio quello che avevo tra le cosce. Vedevo mio zio sudare e diventare rosso in faccia. A volte scappava dopo aver visto, guardato il mio culo. e le mutandine. Avevo 14 anni. Avevo tetto a mio zio di farmi vedere il cazzo. Lui si era strafogato a sentire la mia richiesta. Avevo ricattato mio zio: o mi fai vedere il cazzo o dico alla mamma che tu hai messo la mano sotto la gonne e hai toccato il mio culo. Il tutto accadeva quando i miei genitori non erano in casa. Mio zio aveva dovuto accettare di farmi vedere il cazzo. Io avevo spalancato gli occhi dalla sorpresa di quello che vedevo tra le cosce dello zio. Aveva un grosso cazzo ed era duro. Certe cose le conoscevo per averne parlato con le mie coetanee. Io avevo afferrato il cazzo di mio zio. Era caldo, per non dire bollente, le vene pulsano lungo l'asta del cazzo. Mio zio mi aveva messo il cazzo tra le labbra dicendomi: succhia il cazzo puttanella! Succhia bene il cazzo che hai voluto vedere! muovi la labbra su e giù lungo il cazzo. Io facevo quello che mi diceva mio zio. Lui spingeva il cazzo nella mia bocca. La cappella sbatteva contro l'interno delle guance, sulla volta del palato, sulle gengive. Aveva forzato il cazzo a entrare nella gola. Mi sembrava di soffocare con il grosso cazzo nella mia bocca inesperta. a fare pompini. La mia lingua si agitava sulla cappella. Mi piaceva il sapore del cazzo. In mezzo alle cosce ero una fontana aperta. La figa pelosa era grondante e gocciolante di umore. Sentivo il fuoco nel mio sesso ancora vergine. Avevo brividi per tutto il corpo. Le tette mi facevano male perchè erano diventate dure. Ero s**tenata a succhiare, pompare il cazzo. All'improvviso aveva sentito del liquido nella bocca. Lo zio diceva: ingoia puttana! Ingoia il succo dei coglioni. Brava troia! Sai ben usare le labbra e la lingua sul cazzo. Io avevo goduto. Avevo le mutandine inzuppate di umori. Mi ero stravaccata sul divano con le cosce aperte. Lo zio era scappato via dalla vergona che prova nel aver dato il cazzo alla nipote. Era stato il mio primo pompino con l'ingoio. La suora, nel frattempo, aveva sollevato la gonna. Aveva scoperto due cosce molto belle, mutandine bianche trasparenti Aveva la figa pelosa. Le mutandine erano macchiate. La sua si era giustifica; sento moto caldo tra le cosce e sotto le mutandine. Beh, per continuare il racconto, io avevo deciso di farmi sverginare dallo zio. Volevo quel cazzo che mi aveva fatto impressione e mi aveva regalato orgasmi nel succhiarlo e pomparlo con la mio bocca di ragazza inesperta. Mio zio ci aveva preso gusto. Veniva a casa mia per farsi succhiare, pompare il cazzo e sborrare nella mia bocca. Mio zio mi diceva: che io ero una puttanella, una troia, una zoccola, una sgualdrina, un cagna in calore. Mi diceva parolacce e io mi eccitavo pur avendo in bocca l'oggetto del mio desiderio,. il cazzo. Io tenevo le cosce aperte e lo zio vedeva la mutandine bianche inzuppate di umori. Godevo a sentire le parolacce dello zio porco. Godevo a pompare e succhiare il grosso cazzo che mi avrebbe sborrato nella bocca il frutto del mio pompino La sborrata era arrivata nella mia bocca. Io avevo ingoiato la sborra con vero piacere. Mi piace la sborra se pur amara. La zio aveva volto lavato il cazzo. Eravamo andati nel bagno e gli avevo lavato il grosso cazzo sotto l'acqua corrente della fontana. Io avevo domandato a mio Zio: quando mi svergini? Lo zio mi aveva sollevato, mettendo la faccia tra le mie cosce. Aveva annusato le mutandine inzuppate di umori. Aveva scostato le mutandine da sopra la figa, mettendosi a leccarla e succhiarla. Io dicevo a mio zio: chiavami, voglio essere la tua puttana! Mio zio smettendo di leccare e succhiare la mia figa vergine aveva tolto il suo volto dalle mie cosce. Mi aveva detto: dobbiamo essere sicuri di non essere visti dai tuoi genitori. Ti voglio sverginare e bere il tuo sangue verginale. La suora si era messa a masturbare la figa ricordando i primi approcci sessuali con il cazzo dello zio. Io ero rimasta da sola in casa. Mi ero messa a masturbare la clitoride eccitata provando diversi orgasmi deliranti. Avevo avuto tre quattro orgasmi usando la dita nella mia figa vogliosa di cazzo. Una voce, aveva chiamato: Emanuela! Era la voce di Laura. Emanuela aveva coperto le cosce. Laura mi aveva appioppato le labbra sulle mie ficcando la lingua nella mia bocca. Il bacio era stato passionale e focoso. Era iniziata la notte con Laura.
2 years ago