zaporn.net
La puttana bianca.

La puttana bianca.

Sono sempre alla ricerca di donne, coppie che vogliono fare sesso. L'estate sono spesso in spiaggia a corteggiare donne davanti ai mariti. Vado anche in zone collinari coperti d'alberi. Ho scoperto per caso il luogo frequentato da donne e coppie. Le donne si muovono senza gonna o indumenti nella zona del corpo più appetitosa al maschio, il culo e la figa. Sono rimasto sorpreso di vedere donne molto belle, affascinati, seducenti, provocanti, arrapanti scortati di mariti o fidanzati per proteggerli da mali intenzionati. I mariti vogliono vedere le mogli chiavate da maschi sconosciuti. Restano nascosti tra alberi e arbusti. Mi sono trovato davanti una donna mora, alta, slanciata, molto bella, cosce lunghe, gran culo a ballare sulle meravigliose cosce. Il culo era nudo. Non indossava le mutandine. Il mio grosso cazzo resistente era diventato subito duo e voglioso di essere schiaffato nella figa della donna. La mora aveva capelli lunghi e cadevano sula spalle come una cas**ta di antracite. La femmina ancheggiava, comminando davanti a me. Per un attimo si era voltata e avevo potuto vedere un bel balconcino sul petto. La donna aveva sorriso e gli avevo ricambiato il sorriso. Aveva visto che mi toccavo il cazzo da sopra i jeans. La troia aveva rallentato il passo. Voleva che io la raggiungesse. Ero rimasto a due, tre metri dalla puttana bionda. Mi aveva domandato: ti piaccio? Certo, gli avevo risposto! Sei molto bella, sexy, provocate con i tuo favoloso culo nudo. Lei aveva detto: il problema è mio. Prima di concedermi voglio vedere il cazzo. Ho preso troppo fregature da maschi con il cazzo piccolo. A me, piacciono i grossi cazzi lunghi e resistente. Io avevo liberato i jeans, mentre la puttana parlava. Lei aveva sgranato gli occhi a guardare il mio cazzo. Aveva gridato: ho trovato il cazzo che fa per me. E' molto grosso e lungo. Lui ha grossi coglioni. Cornuto, la figa urla dal desiderio di essere riempita dal cazzo che ho davanti agli occhi. Il cornuto aveva risposta: vedo quello che stai per farlo tuo. La figa, il pube erano pelosi. La puttana aveva tolto la camicetta. il reggiseno bianco a coppe triangolari sostenevano di fantastici tette della 4° taglia di reggiseno. I capezzoli era eccitati e turgidi. La puttana si era accovacciata con le cose aperte. Mi aveva detto: voglio assaporare il sapore del tuo cazzo prima di averlo schiaffato nella figa. Io guardavo tra le meravigliose cosce, la figa pelosa eccitava i mie sensi. La troia aveva avvicinato la bocca al cazzo senza toccarlo con le mani. Le labbra avevano risucchiato la grossa cappella. Le labbra erano scivolate dolcemente sul cazzo. La lingua saettava sulla cappella sensibile alla carezza della troia che stava facendo al mio cazzo. Le labbra scendevano sul cazzo e la cappella era finita nella gola della cagna in calore. Un voce maschile gridava: sei una cagna, un puttana, una zoccola! Mi stai facendo le corna! Sei una lurida sgualdrina depravata. La troia si strafogava a sentire la cappella solcare la gola. La saliva si raggrumava sulle labbra e colava sul mente, quindi sulle tette. Io spingevo il cazzo nella gola dalla baldracca tenendo la sua testa tra le mani. La bava colava a fiumi dalle labbra sulle meravigliose tette. Era brava a succhiare, pompare il cazzo con la gola e la bocca. Era una perfetta bocchinara. La maiala aveva insalivato il cazzo e i cogliono pieni di ribollente sborra. Aveva succhiato e pompato il cazzo per moto tempo. Io avevo visto la figa aprirsi. Gli umori gocciolavano copiosi tra le labbra vaginali aperte ad accogliere il cazzo. La troia mi aveva detto di stendermi sul tappeto di erba fresca. Io stavo sudando copiosamente. La puttana aveva messo i piedi ai lati del mio corpo. Aveva piegato le ginocchia per abbassare la figa sulla punta del cazzo. Era arrapante vedere la figa aperta abbassarsi. La puttana si manteneva le tette tra le mani. Mi aveva detto: mi chiamo Maddalena! Tu come ti chiami! Gli avevo risposto: mi chiamo Aquila La puttana si era messa a ridere e aveva domandato: ma che razza di nome è? Dovresti domandarlo a mia madre e mio padre. La figa si era posizionata sulla punta del cazzo. La troia si guardava tra le cosce. Aveva gridato: cornuto, sto per impalare la figa sul questo possente cazzo super duro! Ecco, aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh...entra....entra nella figa! Mi spacca in due parti! Il cazzo scivola nella figa. Maddalena dimenava i fianchi e le labbra della figa strizzavano il cazzo. Io vedevo gli umori colare lungo il cazzo fino ai coglioni. Gli avevo gridato, anche per far sentire al cornuto: stai godendo puttana! La figa si contrae spasmodicamente sul cazzo. La baldracca urlava: godo...godo con questo cazzo nella figa, aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh...madonna che goduria! Si, spingi il cazzo nella figa! Il tuo cazzo ha una forza mostruosa. Il corpo di Maddalena si era coperto da goccioline di sudore. Aveva abbassato il busto. Le tette cadevano a pera sul mio volto. Le labbra si erano chiuse sul capezzolo grosso, eccitato. Avevo succhiato il capezzolo. Dal capezzolo avevo succhiato il latte. Mi ero s**tenato a succhiare il capezzolo e ingurgitare il latte della puttana in calore. La troia si era messa a mungere il capezzolo nella mia bocca. Il latte della femmina mi pace e non ho problemi a succhiarlo dal capezzolo. Lei gridava: succhia...succhia amore mio! Succhia il mio latte! Ti vorrei ogni mattina nella mia cucina a farti fare colazione con il mio latte di scrofa. Maddalena delirava di piacere agitandosi velocemente e con frenesia sul cazzo. Io sentivo gli umori colare a fiumi sul cazzo. La zoccola urlava: mi stai facendo godere come una scrofa in calore. La sgualdrina, improvvisamente si era staccata dal cazzo, mettendosi in piedi. Aveva detto con voce ansimante: mi devi chiavare alla pecorina. Il seguito la prossima volta. Aquila
Published by aquila97cs
2 years ago